Arrossamento, aumento della lacrimazione, prurito o dolore oculare, sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio, visione offuscata, fotofobia (sensibilità alla luce), gonfiore e formazione di croste sulla palpebra (specialmente di notte) sono i sintomi più comuni di un’infiammazione oculare. Si tratta di un disturbo che non deve essere sottovalutato, non solo per le complicazioni cui può portare (come distacco della retina, perdita parziale del campo visivo o addirittura cecità), ma anche perché potrebbe essere la spia di patologie sistemiche.
Infiammazione dell’occhio: le possibili cause
Spesso l’infiammazione dell’occhio non ha una causa evidente. Si sa, però, che i traumi agli occhi, una storia familiare di disturbi infiammatori e il fumo di tabacco sono fattori di rischio che rendono più probabile lo sviluppo di un’infiammazione oculare. Inoltre, si sa anche che questo disturbo può essere ricondotto a problemi che, almeno apparentemente, non riguardano gli occhi; capita, per esempio, che sia associato a una malattia autoimmune, caratterizzata da una disfunzione del sistema immunitario che attacca i tessuti dell’organismo.
Inoltre, tra le principali cause di infiammazione oculare sono incluse le malattie infettive (batteriche, virali, micotiche o da parassiti), la presenza di corpi estranei nell’occhio (polvere o altre sostanze che scatenano irritazione), la secchezza oculare e la sindrome dell’occhio secco, l’uso delle lenti a contatto (soprattutto se indossate a lungo o gestite in modo improprio), le allergie.
L’infiammazione, di qualunque natura sia, può colpire diverse strutture dell’occhio. Scopriamo insieme le diverse forme di infiammazione oculare.
La congiuntivite
In anatomia, la congiuntiva è il sottile tessuto trasparente che riveste l’interno delle palpebre e la superficie dell’occhio (cornea esclusa). Quando si infiamma, si parla di congiuntivite. Fra le sue possibili cause sono incluse infezioni, agenti irritanti o allergie.
Le congiuntiviti virali, per esempio, sono molto diffuse fra i bambini, mentre chi convive con allergie può ritrovarsi alle prese con una congiuntivite allergica durante i mesi primaverili o anche per tutto l’anno, in caso sia sensibile ad allergeni cosiddetti perenni, come gli acari della polvere.
Infine, anche gli utilizzatori di lenti a contatto possono sviluppare una congiuntivite, soprattutto se le indossano a lungo; l’infiammazione può rendere difficile sopportare le lenti, costringendo a non utilizzarle fino a che il disturbo non si risolve.
L’uveite
L’uveite è un’infiammazione che colpisce l’uvea, cioè la porzione dell’occhio formata da iride (il tessuto muscolare che regola il diametro della pupilla), corpo ciliare (la struttura che permette di mettere a fuoco le immagini) e coroide (l’insieme di vasi sanguigni che rifornisce di ossigeno e nutrienti la retina). Può coinvolgere tutta l’uvea o solo alcune sue porzioni (anteriore, intermedia o posteriore).
Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione idiopatica (cioè senza causa nota), ma l’infiammazione uveale può anche essere associata a traumi, infezioni virali, batteriche o da parassiti (come la toxoplasmosi) o malattie infiammatorie come l’artrite idiopatica giovanile, la sarcoidosi, la sclerosi multipla o le malattie intestinali infiammatorie.
La sclerite
Quando il processo infiammatorio è localizzato nella sclera, cioè lo strato di rivestimento più esterno che ricopre la maggior parte della superficie dell’occhio, si parla di sclerite.
Il disturbo può colpire uno o entrambi gli occhi e può essere di natura idiopatica, dipendere da un’infezione (da virus, batteri, funghi o parassiti) o essere a associato a patologie non infettive, incluse malattie autoimmuni (in particolare artrite reumatoide e vasculite sistemica), o infine essere causato dall’assunzione di alcuni farmaci o da interventi chirurgici.
La cheratite
In caso di cheratite l’infiammazione colpisce la cornea. Agenti infettivi o reazioni autoimmuni possono scatenare una reazione infiammatoria in grado di creare delle ulcere all’interno di questo strato trasparente che ricopre la parte più frontale dell’occhio.
La forma di cheratite più comune è quella di origine microbica. A volte i patogeni scatenano l’infiammazione penetrando in un tessuto già danneggiato; tuttavia, Neisseria meningitidis, Neisseria gonorrhea, Corynebacterium diphteria, Haemophilus influenzae e diverse specie di Listeria possono penetrare nella membrana corneale anche se intatta.
Le forme non infettive possono invece essere dovute a cause locali (come la presenza di un corpo estraneo), a patologie come l’artrite reumatoide, a danni al nervo trigemino, oppure a un’alterata secrezione di lacrime (una condizione nota come xeroftalmia).
La blefarite
Spostandosi più verso l’esterno, la blefarite è un’infiammazione che colpisce la palpebra, coinvolgendo in particolare la zona delle ciglia. Anche in questo caso i colpevoli possono essere i batteri, ma esistono anche forme di blefarite dovute a un’alterata produzione da parte delle ghiandole di Meibomio (della miscela di lipidi che ricopre il film lacrimale). Quest’ultima forma è particolarmente frequente fra i soggetti che soffrono di dermatite seborroica o rosacea.
A livello della palpebra può comparire anche un orzaiolo, che si sviluppa alla base delle ciglia, sotto forma di un rigonfiamento rosso, simile a un brufolo, spesso sensibile al tatto.
Altre infiammazioni oculari
Oltre a quelli citati, nell’occhio possono verificarsi processi infiammatori a carico di altre strutture. Per esempio, la vitreite è un’infiammazione del vitreo (la sostanza gelatinosa compresa tra cristallino e retina), mentre la neurite ottica è un’infiammazione del nervo ottico.
La diagnosi
Alcune forme di infiammazione oculare non richiedono un controllo approfondito e l’attesa di referti per essere diagnosticate. Per esempio, gli orzaioli sono facilmente riconoscibili con un’attenta visita e la raccolta di informazioni per l’anamnesi, senza approfondimenti diagnostici. Altre volte possono essere necessari esami del sangue specifici e altre indagini, per esempio risonanze magnetiche, Tac, una biomicroscopia con lampada a fessura o la misurazione della pressione intraoculare.
I rimedi
Un trattamento adeguato per un’infiammazione oculare dipende prima di tutto dalle sue cause. La presenza di patologie specifiche (come l’artrite reumatoide) richiede non solo il trattamento dell’infiammazione dell’occhio (che può per esempio prevedere l’utilizzo di antinfiammatori), ma anche una terapia specifica per il morbo sottostante. Se invece è causata da un’allergia, l’infiammazione migliorerà evitando l’esposizione alla sostanza che la scatena, ma se questo non è possibile si possono alleviare i sintomi con impacchi freddi o con gocce o colliri a base di antistaminici.
Se l’infiammazione è legata a un’infezione batterica può essere necessario combatterla con un antibiotico. Anche questi medicinali possono essere facilmente somministrati a livello locale, per esempio sotto forma di colliri. È bene ricordare che gli antibiotici non sono però in grado di combattere infiammazioni di origine virale, che spesso si risolvono da sole.
In presenza di infiammazioni associate a secchezza oculare possono essere utili le cosiddette lacrime artificiali, che aiutano a mantenere l’occhio lubrificato. Vietato, invece, “strizzare” gli orzaioli: meglio limitarsi agli impacchi caldi ed evitare l’uso delle lenti a contatto.
Infine, è bene ricordare che attraverso alcuni semplici accorgimenti è possibile ridurre i sintomi dell’infiammazione dell’occhio e i problemi visivi associati ed evitarne lo sviluppo. Fra gli altri, si consiglia di:
- mantenere l’occhio ben pulito;
- evitare di toccare gli occhi con le mani e lavarle spesso;
- non fumare ed evitare il fumo passivo;
- non esporsi a correnti di aria (sia al vento, sia all’aria condizionata);
- utilizzare un umidificatore, particolarmente utile durante l’inverno;
- cambiare spesso la federa del cuscino;
- non condividere asciugamani o fazzoletti con altre persone;
- non condividere ombretti e altri prodotti per il make-up degli occhi con altre persone e sostituirli regolarmente.
Quando rivolgersi al medico
Nonostante spesso si tratti di infiammazioni non gravi, è comunque fondamentale per la salute degli occhi affidarsi ai consigli del proprio medico. In particolare, è bene rivolgersi a uno specialista quando i sintomi dell’infiammazione durano per tempi lunghi (più di 3-4 giorni), quando includono difficoltà visive e fotosensibilità, quando l’occhio fa molto male o il dolore tende a peggiorare, se le palpebre o la cute attorno agli occhi si arrossano o si gonfiano e quando ai sintomi dell’infiammazione si aggiunge il mal di testa.